venerdì 30 settembre 2011

00 Al nostro amico Ezio PICENI


L’amico Ezio se n’è andato.
L’avevo conosciuto tanti anni fa… lui, di qualche anno più vecchio e più “esperto in piega” lungo le valli che dal bresciano sfociano in Trentino e più su lungo l’Alto Adige, tra quelle pinete fresche e odorose di essenze e aria libera.
Lui, baffone tremendo, castigatore di “jap”, anche solo a parole…
Lui, estimatore del marchio unico…
Lui, irrimediabilmente in conflitto con il resto del mondo che non parlava in lingua desmo…
Lui, che un po’ per scherzo un po’ per necessità ha messo mano a quei motori che ha sempre esaltato e che qualche volta l’han tradito…
Lui, sorridente in quella tuta da meccanico stile anni ’60 con il garage seminterrato stracolmo di ogni non so che…
Lui, distratto e a volte incomprensibilmente riluttante a condividere le soddisfazioni…
Lui, energico nel controbattere le malelingue…
Lui, bambino nel ricordare le sue prime moto…
Lui, uomo nell’accarezzarle spudoratamente…
Lui, marito di una “santa donna”…
Lui, padre nel mandare a quel paese la sua migliore creatura…
Lui, presente se qualcuno aveva un guaio…
Lui, primo tra noi Pomponi…
Lui, orgoglioso e disponibile padano…
Lui, amico di mezza Italia…

Il Vècio Pìcia non c’è più, ma ha tenuto duro fino all’ultimo giro.
Ci ha lasciati una mattina di fine luglio mentre imperversava un temporale, e qualcuno giura che quei tuoni assomigliavano molto al rombo di una Ducati che si allontanava nel cielo.

                                                                                          
                                                                                       Piermario Inverardi

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