sabato 10 settembre 2011

06 L'apoteosi del Pantah

Con questa moto ci avviamo alla conclusione dello spazio dedicato al Pantah inteso come motore max 750cc, 5 marce, carburatori separati, 2 valvole per cilindro e frizione a secco. Si conclude, tra l'altro, nel migliore dei modi, cioè con un trionfo sportivo, perchè questo modello è nato per la pista, ha corso, ha vinto e, solo dopo tale esperienza, è stato prodotto per un utilizzo stradale.
Eh sì, "grandi manici"degli anni '80 si sono distinti con questa moto, da Villa a Ferrari, da Lucchinelli a Roche, e tutti hanno apprezzato il globale equilibrio della ciclistica unita al nervosismo del motore, messo in evidenza dalle splendide sonorità del mitico trombone Conti.
Questa serie di vittorie sia nel Motomondiale che nell'Europeo ha dato origine agli specifici nomi dei modelli F1:
Montjuich, circuito stradale spagnolo all'epoca noto per una 24 ore simile a quella di Le Mans; Laguna Seca, negli States, notissimo anche ai giorni nostri perchè inserito nel mondiale sia SBK che Moto1; Santamonica, frazione di Misano Adriatico, dove un grandissimo Lucchinelli "bastonò" un grande Dunlop che, in sella ad una Honda V4 da 160cv, non riuscì a rimanere nella scia del puledrino tricolore.
Le diversità dei vari modelli non riguardano parti del telaio, bensì la fasatura e la potenza specifica dei motori che vanno dai 75 agli oltre 85cv, per non parlare del vero e proprio motore racing da oltre 90cv. Sono tutte moto ricercate dagli appassionati e non certo solo perchè ne sono stati prodotti pochi esemplari per tipo.
Il modello che presentiamo in anteprima assoluta è frutto di lunghissimi anni di lavoro, per non parlare dell'aspetto economico che ha portato il conto bancario a colorarsi come la parte anteriore della moto.
Abbiamo conservato le caratteristiche cromatiche originali in onore al prodotto tipicamente italiano...ma abbiamo cambiato tutto il resto.
La forcella arriva direttamente (e non sappiamo come) dal Reparto Corse Ducati ed è una Italia rovesciata da 40mm con una esagerazione di regolazioni, sia in compressione che estensione.
Sul cerchio ant. Marvic da 17" è montata una coppia di Brembo flottanti in ghisa da 320mm con due pinze a 4 pistoncini ricavate dal pieno, lo stesso modello portato in gara da Raymond Roche sulla 888 SBK. L'impianto è messo in funzione da una pompa PR19, mentre sulla frizione troviamo una PR16.
Sulla scarna plancia spicca il bel contagiri meccanico Veglia con scala da 2 a 14.000.
Due semimanubri in alluminio e un bell'ammortizzatore di sterzo, sempre della Forcelle Italia, completano l'avantreno. Al posteriore un Ohlins specifico per la F1, procuratoci da un amico inglese che, nel punto più vicino all'Italia nelle sue trasferte di lavoro, si fermava a Parigi. Il rocambolesco recupero di questo ammortizzatore avvenne in un'angosciante giornata di nebbia (in moto!).
Arriviamo così alla parte più segreta della nostra creatura, cioè a tutto quell'insieme di cose che sono nascoste sotto la carena: un "pompone" da 782cc che monta pistoni Cosworth da 90mm con un rapporto di compressione pari a 12:1, valvole in Nimonic da 43 all'aspirazione  e da 38 allo scarico. I più esperti o maliziosi si chiederanno:"...come sono riusciti a inserire le valvole da 43mm, ammesso che dicano il vero"?
Risposta: le testate originali Montjuich sono state private delle guide valvola, riportate di materiale tramite elettrosaldatura e riforate con una angolazione diversa dall'originale, in modo da poter incrociare l'aspirazione con lo scarico, senza entrare in contatto meccanico. Anche il profilo degli alberi a cammes è piuttosto spinto, tant'è che, come si nota dalla scala del contagiri, non ci interessa che tenga il minimo!
I carter motore, rinforzati, sono presi dalla produzione di serie, come pure le bielle e il cambio.
Un accenno merita il mozzo della frizione che, contrariamente all'originale, è in lega leggera.
Un motore con queste caratteristiche merita sicuramente due carburatori generosi come sono i PHM da 40 ai quali è stata regolata diversamente la pompa di ripresa. Tutto sommato il motore, anche se non spremuto a fondo, ha rivelato ottime doti di accelerazione e di punta velocistica, tanto da infastidire blasonate quadricilindriche.
Ad essere sinceri non abbiamo mai voluto considerare la possibilità di testare la moto al banco, e ci scusiamo se non siamo entrati molto nei particolari; lo abbiamo fatto per motivi di sicurezza Nazional-Bolognese, nonchè costretti da due autorità come la C.I.A. (Comitato Inventori Autodidatti) e l'F.B.I.(Federazione Bicilindrici Italiani).

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